08 gennaio 2008

Regali di Natale

A casa mia l'unità di misura del carico di responsabilità che si ha sul lavoro è il regalo di Natale ricevuto in ufficio.

A parte calendarietti da scrivania e gadget vari, a Natale ho ricevuto un'agenda di pelle (di quelle serie) e un ciondolo cariiiiiiiino, che ho subito riciclato.

I miei hanno guardato a quei doni con tanto di sguardo compiacente e commentato con tono consolatorio: Dai, in effetti lavori lì da poco. -.-'
A caval donato non si guarda in bocca, dopotutto.

Poi, ieri, in ritardo, appare in ufficio il più grande e provvidenziale pacco natalizio della storia della mia famiglia.
Con tanto di nome scritto a caratteri cubitali.

grazie grazie.

Torno a casa col pacco, non riesco neanche a farlo entrare in ascensore (con mia somma gioia è più largo delle porte) e quindi mi faccio i miei 4 piani a piedi.
Apro la porta con difficoltà. Dormono tutti. Cavolo, e io che volevo vedere le reazioni.

Poggio il pacco per terra.
Si alza un piccolo tonfo.
l'orecchio attento dei dormienti comprende che c'è qualcosa di insolito,
dal buio appaiono gli occhietti curiosi.
In men che non si dica sono tutti lì a vedere che contiene il magnifico pacco
e a capire come possono dividersi i doni.

panettone, spumante, cioccolatini, torroncini, olive (?)


Mamma, ecco la prova che il mio è un lavoro serio.

1 commento:

Salvietta ha detto...

Anche la tua famiglia si lancia con tuffo da iena affamata sui cesti di natale per accaparrarsi più cibo possibile?
Manco andassero in letargo...:-D